IL SOLITO RICATTO “SALUTE O LAVORO”

zone a rischio, Corriere della Sera, 1-5-2020
La Festa del Lavoro del 1-5-2020 arriva in Italia e nel Mondo proprio nel momento in cui infiamma il dibattito fra sostenitori della necessità di lavorare e sostenitori della necessità di restare fermi per prudenza.

La minaccia globale del virus Covid-19 (che ci ha tenuti quasi bloccati per molte settimane) ci induce alla prudenza, alla gradualità, e ci impedisce di poter riprendere pienamente le attività lavorative che erano state bruscamente interrotte, per non rischiare un insostenibile aumento dei contagi da Coronavirus.
Statistica contagi al 30 aprile 2020 in Italia
Nella consapevolezza del Governo, delle Parti Sociali, delle forze politiche e dei cittadini è presente il sapere che riprendendo il Lavoro si riprenderà anche il Rischio, e tutti si aspettano ragionevolmente un aumento di contagi, di ammalati, probabilmente anche di vittime.

E’ il solito dilemma: “Salute o Lavoro”, un dilemma che quando le situazioni di bisogno diventano estreme si trasforma in ricatto. Uno dei ricatti della vita più odioso, che vede coinvolte le persone più deboli, impossibilitate a sottrarsi.

Stiamo festeggiando oggi una cosa che è citata nella prima frase del Primo Articolo della nostra Costituzione.

Antonio Polito sul “Corriere della Sera” di oggi 1-5-2020 scrive che “Non c’è molto da festeggiare il lavoro oggi. Non lo festeggiano quelli che oggi lhanno già perso. Quelli cui è stato sospeso. Quelli in cassa integrazione. Quelli che hanno dovuto chiedere il sussidio all’Inps. Quelli che ricominciano lunedì ma non sanno a chi lasciare i bambini e quanto ci metteranno in bus o in treno. Quelli che da due mesi non incassano un euro, come i barbieri o i parrucchieri, e dovranno aspettare un altro mese…”.
Inutile dirlo: il PIL in questi ultimi due mesi è crollato sotto zero, con un tonfo verso il basso spaventoso e drammatico.

Purtroppo dovremo convivere con il virus: la Fase 2 include la ragionevole previsione di un aumento di contagi.
Il Decreto Legislativo 81/2008 prevede che il Lavoro sia svolto in condizioni di Salute e Sicurezza, ed anche in occasione di questa pandemia il principio da applicare è lo stesso. Lo hanno convenuto le parti sociali in un Accordo di pochi giorni fa mirato a contrastare i rischi del contagio da Covid-19.
Ma il rischio zero non esiste.
proiezioni fase 2
Quando il rischio è alto o non adeguatamente mitigato, siamo in presenza dell’odioso ricatto: rischiare la vita lavorando oppure morire di fame.
Comunque morire.
E’ un po’ quello che abbiamo visto anche nel 2012 presso l’acciaieria ILVA di Taranto, con tutte le vittime dell’inquinamento e con i disastri provocati dalle emissioni di polveri, diossido di azoto, anidride solforosa, acido cloridrico, benzene, idrocarburi, benzoaprirene, cromo, diossina, arsenico, metalli, amianto.
La questione “ilva”, che si trascina da molti anni senza soluzione, verte sostanzialmente su quel cruciale dilemma: salvare il Lavoro o salvare la Salute.
Abbiamo il dovere di trovare il modo per salvare entrambi. Lavoro sano e sicuro.
E così la stessa cosa oggi vale per questa che assomiglia a una “ILVA di Taranto mondiale”: il lavoro sotto la minaccia di un rischio mortale.

Dobbiamo lavorare in Salute e Sicurezza.

La Festa del Primo Maggio dovrebbe celebrare il riconoscimento dei Diritti del Lavoro, primo fra tutti il diritto AL lavoro.
Quest’anno è una festa tristissima, in cui si aggiunge anche la speranza di un Lavoro compatibile con le condizioni di Sicurezza che la minaccia globale del 2020 rende necessarie.
Deve essere una festa capace di restituirci speranza e fiducia.
Buon Primo Maggio a tutti.