RECOVERY FUND, LA “BOMBA ATOMICA” DELLA UE

il Sole 24 ore, la svolta europea
L’unione Europea presenta ai suoi Stati membri e al Mondo intero la sua Arma poderosa per sconfiggere la crisi post Covid: un piano di finanziamenti da centinaia di miliardi di euro, nella cui ripartizione c’è l’Italia al primo posto fra i Paesi beneficiari.
Questo piano da 750 miliardi sarà composto da 500 miliardi in forma di prestiti e da 250 miliardi in aiuti a fondo perduto.
Corriere e Repubblica 28-5-2020
Per l’Italia sarà destinata la fetta più grossa: 172,7 miliardi di euro (di cui: 81,8 miliardi a fondo perduto e 90,9 miliardi come prestito a condizioni economicamente agevolatissime).
Repubblica, il bazooka
I giornalisti lo chiamano “bazooka”, io lo chiamo “bomba atomica”… la sostanza non cambia. Si tratta di un piano dalle dimensioni veramente poderose, giganti. Anche facendo il banale conto della serva (suddividendo i soldi per numero di abitanti) risulta una grossa cifra pro capite, come non era mai successo.
All’Italia andrà la fetta più grossa, alla Spagna il secondo contributo per ordine di grandezza, e a seguire gli altri paesi.
Ripartizione fondi Recovery Fund
Si potrebbe dire, sarcasticamente, “Prima gli italiani”, fatto! (E lo ha fatto la UE, non i sovranisti con le loro dannose ricette).
Certamente risulterà poco credibile affermare che i soldi sono “pochi”, ma sicuramente qualcuno arriverà ad affermarlo.
Ed ora è onesto anche parlare dei due aspetti negativi, due nodi che ancora devono essere sciolti:
Primo: La proposta non è ancora operativa: dovrà ottenere il via libera del Consiglio europeo e del Parlamento Ue. L’ostacolo più insidioso è l’opposizione dei Governi dei Paesi cosiddetti “frugali” (Olanda, Austria, Svezia, ecc.).
Secondo: i tempi sono lunghi… forse troppo lunghi, mentre avremmo invece bisogno di qualcosa di consistente SUBITO. La parte preponderante del Recovery Fund parte dal 2021, e potrebbe essere un ritardo fatale.
Non ci rimane che sperare in un “percorso netto” da qui al 2021 senza inciampi in ostacoli politici vari, ed in eventuali altre novità che possano ridurre i tempi.
Ed infine: superati gli ostacoli sopra citati, rimane il compito più difficile: saper spendere bene questi soldi!
Avremmo veramente tante cose da fare. Faccio un breve elenco in ordine sparso, che comprende sia spese immediate che investimenti strutturali:

– aiuti immediati a famiglie e imprese in difficoltà post emergenza Covid-19;

– riforme per la semplificazione della Burocrazia;

– riforme per la velocizzazione della Giustizia Civile, e smaltimento dei numerosi contenziosi civili pendenti;

– infrastrutture a difesa del territorio e della nostra sicurezza: siamo il Paese con il più alto rischio sismico d’Europa, e a rischio dissesto idrogeologico (e siccome non ci facciamo mancare niente abbiamo anche il rischio vulcanico). Quindi abbiamo bisogno di promuovere edilizia antisismica per tutti, e u bel rinnovo per gli edifici della Scuola, della Sanità, dei Pubblici Uffici, dei Servizi.

– Reti e infrastrutture tecnologiche per promuovere la digitalizzazione completa del territorio, superando le enormi difficoltà per quelle regioni caratterizzate da territorio montuoso, un territorio difficilmente collegato e connesso, per migliorare i Trasporti, e le Comunicazioni. Basta con i ponti che crollano.

– Valorizzazione della nostra Cultura, della nostra Arte, e sostegno concreto alla nostra “industria” del Turismo, che è patrimonio di inestimabile valore apprezzato ed amato dal Mondo intero.

– Riduzione strutturale delle Tasse, e riequilibrio del welfare.

– Riduzione strutturale del Debito Pubblico.

Beh, lo sappiamo, non è poco, e non è facile.
Ma abbiamo (avremo) gli strumenti e le risorse per poter fare tutto ciò.
Quindi è necessario adottare tutto il migliore ottimismo e la migliore buona volontà possibili, e rimboccarci le maniche per far ripartire l’Italia.